Se ti è piaciuto il mio blog


web

venerdì 27 dicembre 2013

L'orrore agghiacciante


IL CICLO ROMANO DI COLLEEN McCULLOUGH

 
Sei romanzi storici che comprendono le figure di Mario, Silla e Cesare, e in più, se vogliamo, il settimo, su Antonio e Cleopatra. Bellissimi, multiformi, sfaccettati!

Si va dalla fine del II secolo a. c. sino al 27 a.c..

I grandi personaggi che tutti siamo stati costretti a studiare a scuola ora prendono vita e sono portatori di passioni, di difetti, di idiosincrasie e soprattutto di emozioni. Anche Roma diviene respirabile e concreta, e così la romanità, di cui impariamo a conoscere la realtà quotidiana, come quella politica, militare o forense, la mentalità, i pregiudizi, le superstizioni... Il mos maiorum. Ma scopriamo anche come trascorrevano le giornate le matrone, quali piatti erano considerati i più prelibati, come percorrere il cursus honorum... E quasi ci chiediamo se è la Storia a divenire romanzo, o il romanzo a divenire Storia... Perché non ci sono solo eventi eclatanti e battaglie, e perché questi non scaturiscono all'improvviso in una successione di date, ma sono il frutto della combinazione di un'infinità di eventi...

E poi ci sono i cosiddetti comprimari. Di alcuni magari abbiamo già sentito il nome, come Aurelia, la madre di Cesare, o Iulia, sua zia, o Servilia, la madre di Bruto, ma qui riusciamo a coglierne la personalità, qui si mostrano a noi come individui, complessi e variegati... Ne comprendiamo il peso anche quando restano nell'ombra.

Ne ameremo alcuni, ne odieremo altri, in qualche caso cambieremo idea, ma sempre ci colpiranno. Tra tutti troneggia Cesare, naturalmente, che incontriamo sin da bambino, il più giusto, il più affascinante, ma non l'unico. Sono così tanti i Grandi del tempo! Cicerone, Catone, Pompeo! E che sorpresa Silla, dal catalizzante lato oscuro! E Scauro, Princeps Senatus, dallo spiccato senso dell'umorismo! Alcuni così lontani dall'immagine “scolastica” o cinematografica, o da Shakespeare...

Lo stile della McCullough è molto dettagliato, e magari in principio può non risultare appassionante (specie se si legge prima il secondo volume e poi il primo, perché si è troppo impazienti per aspettare che arrivi in libreria l'opera completa), apparendo quasi documentaristico. Non indulge sulla storia d'amore quanto sulle difficoltà di rifornire le legioni mentre sono in guerra. Ma quando si entra nell'ottica, quando ci si abitua alla prosa scorrevole ma capillare, ecco, allora non manca proprio nulla. E si sfiora l'Epica.

P.S.

Una cosa che mi è rimasta impressa è l'efferatezza di certi episodi, l'orrore agghiacciante e disumano insito in essi... Che pure, sui libri di scuola, sembravano così... asettici, rapidi, puliti. Sapevo di Fulvia e della lingua di Cicerone, e di Pomponia e del “barbecue a base di schiavo” autocannibale, ma tutte quelle decapitazioni, quelle teste sui rostri... Peggio de “Il Trono di Spade”! E quanto spesso! E questa volta, a differenza che al Ginnasio, non di sconosciuti si tratta, o di nomi sulla carta, ma di persone che per un certo tempo “abbiamo frequentato”!

Nessun commento:

Posta un commento