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lunedì 25 luglio 2016

Smaccatamente anni 80

STRANGER THINGS


Presentata come una serie a metà fra “Twin Peaks” e “I Goonies”, è effettivamente una perfetta sintesi fra le due opere, per la quale mi sento di strillare: al capolavoro! Al capolavoro!, per il semplice fatto che, ehi, lo è!
Unico rammarico: che siano soltanto otto episodi!
E pensare che il trailer mi aveva fatto passare la voglia di vederli… temevo fossero le solite menate con gli alieni, invece… Invece no, c’è il Sottosopra!
Non rivelo nulla della trama, dico solo che l’ambientazione, l’atmosfera e i personaggi sono favolosi!
La prima è smaccatamente anni 80, dalle musiche (stupende) alla pellicola “da videocassetta”, ai riferimenti alla cultura pop (in primis “Il Signore degli Anelli” ante Peter Jackson), e già per questo ci sale la nostalgia e l’universo ci appare fatato e migliore… I personaggi, invece, partono alla grande già dal primo episodio, specie i ragazzini, opportunamente nerd. Più li conosciamo più ci affezioniamo, desiderando di essere uno di loro, perché, in fondo, forse, ai bei tempi lo siamo stati… Ben caratterizzati, genuini, i cui rapporti sono in continuo fermento – tra accuse, screzi e disaccordi – benché sia evidente il forte legame di amicizia che li unisce.
E a seguirli ci sembra di tornare all’infanzia, in un mondo nostro, fatto di magia e Demogorgoni, in cui ci sentiamo restituire qualcosa che un tempo ci apparteneva, con la differenza che qui, beh, il Demogorgone arriva sul serio…
E poi ci sono gli adolescenti, inizialmente irritanti (eccetto Jonathan, che infatti è un escluso), problematici, confusi, concentrati su se stessi, ma che presto sapranno riscattarsi, persino quell’idiota di Steve (che non è così idiota, in fondo)! In quanto agli adulti… gli adulti sono la realtà, con la sua stanca banalità e con le sue delusioni e difficoltà, ma anche qui abbiamo delle sorprese, ad esempio lo sceriffo: in principio pare il solito rubastipendio, invece è in gamba e porta con sé antiche lacerazioni…
Gli interpreti sono strepitosi, specie Winona Ryder (Joyce, la madre di Will, uno dei ragazzini), espressiva al massimo, e i ragazzini (tutti, compresa Undici, che adoro, anche se il mio preferito è Mike), mentre la trama, costruita in modo divino, atto a saltare ogni eventuale parte noiosa, per quanto non originalissima, è comunque estremamente interessante e capace di tener desta l’attenzione ogni secondo, lasciandoci in bilico tra struggimento, sorriso, spasso e tensione!
In effetti, se la stupida vita vera non mi avesse interrotta, mi sarei sparata gli otto episodi uno in fila all’altro, mai sazia!

La conclusione, lo ammetto, per quanto soddisfacente, può apparire un po’ frettolosa… ma non sarà forse per prepararci alla nuova stagione? Io confido di sì, e non vedo l’ora di vederla!

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