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mercoledì 28 dicembre 2016

Un romanzo di formazione felino

LEONID
di Fredric Brrémaud e Stefano Turconi


Un fumetto che ti incanta per i disegni, che ameresti anche se fosse brutto o inconsistente, ma che poi scopri avere anche altri pregi.
Iniziamo dai disegni, dunque… Sono bellissimi!!! Non avevo riconosciuto subito lo Stefano Turconi de “Il porto proibito”, ma è lui e non ha perso né sfumature né espressività, anzi, ha guadagnato simpatia!
I personaggi – specie i gatti – sono puro splendore, agguerriti, monelli e teneri, come anche perfidi e spaventosi, a seconda del contesto, nei musetti come nella sinuosità scattante dei movimenti! Colori poetici, piacevolmente “pastellosi” li impreziosiscono ulteriormente, esaltandone le peculiarità fiabesche, giocose e sovente ironiche.   
La storia, un romanzo di formazione felino (ma ci sono anche altre bestiole), è gradevole. Prevedibile e poco originale, ma ben raccontata, con qualche impennata di realistica crudeltà, e assolutamente intonata ai disegni. 
Carini i personaggi, ben caratterizzati, che facilitano l’immedesimazione, e in particolare il protagonista, Leonid, appunto, che da prudente diventa coraggioso e astuto, per quanto non sia certo un gattone guerriero.
Molto buona la costruzione delle scene, tale da rendere avvincente ogni passaggio, adeguati i dialoghi, non verbosi, ma neppure scarni. L’opera ha inoltre il merito di miscelare con sapienza diversi registri e stati d’animo, permettendoci di sprofondare nella tranquillità della vita di campagna, per poi scuoterci con rocamboleschi inseguimenti, fino ad arrivare a momenti in cui si sfiora l’horror (altro che orda: quei due albini da soli sono pura, studiata inquietudine…).
Forse un po’ sbrigativo e zuccheroso il finale, ma non lascia insoddisfatti ed anzi risveglia il buon umore e favorisce i sentimenti positivi.      
Adatto a tutte le età.

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