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lunedì 12 giugno 2017

Efficace e graffiante

COMMA 22
di Joseph Heller


Pressapoco il paradigma è questo: secondo il comma 22 se sei pazzo hai diritto ad essere esentato dalle missioni e quindi a non andare in guerra. Ma se chiedi l'esenzione allora non sei pazzo...
Un romanzo divertentissimo, che si legge col sorriso a fior di labbra, ma che fa male, imperniato sul nonsense, sul paradosso, spesso portato allo stremo, che però conduce alla morte e fa rima con critica, sfogo e antimilitarismo.
La logica è questa, infatti, in certi ambiti: assurdo puro.
Quella in cui, inevitabilmente, annaspano/sguazzano gli impiegati statali che sanno giusto le quattro cose che gli servono per tirare avanti e, poveretti, non hanno né autonomia di pensiero né elasticità mentale, essendo abituati, come sono, a procedere per schemi vuoti, senza la capacità di andare oltre, nella convinzione di sapere tutto.
In effetti, la medesima logica che si respira in tanti uffici pubblici (e non), solo più esasperata...
E che è spassosa, se la pelle non è la tua o quella dei tuoi amici.
E se riesci a non indignarti.
Certo, a volte si può pensare che nel romanzo si calchi troppo la mano... Ma solo se non si sono sentiti racconti di amici che sono stati in caserma per il servizio militare,  o, tanto per fare un esempio, se non si ha mai avuto a che fare con certi uffici... 
La storia, densa di figure strampalate, è ambientata nel corso della Seconda Guerra Mondiale e riguarda un gruppo di avieri americani in missione in Italia, tra cui spicca Yossarian, il protagonista, anche se molti saranno i personaggi (e i momenti) indimenticabili. 
La trama pare suddivisa in raccontini, ma la continuity c'è. La successione temporale, però, è relativa (anche se non ci se ne accorge subito) e ci sono fatti che si chiariscono bene solo dopo i capitoli finali... Specie in ordine alla psicologia, apparentemente un po' sfasata, di Yossarian. In realtà tutto collima, e quello che sembrava solo un moto di ribellione dettato dalla paura (peraltro giustificata e dovuta al fatto che il Colonnello Cathcart continua ad aumentare arbitrariamente il numero delle missioni per conseguire i suoi squallidi obiettivi) è invece un trauma profondo e doloroso.
Un bel libro, davvero, efficace e graffiante.
Di quelli che si dovrebbero proporre a scuola, quanto meno alle Superiori, ma che invece ho scoperto per “vie traverse”, in quanto figura pressoché in ogni elenco di “Libri fondamentali da leggere prima di morire” in cui sia incappata fino ad ora...
A ragione.
Uno di quelli, infatti, che ti fa schiantare dal ridere, ma intanto ti sensibilizza e ti fa pensare. E capire.
Quasi quasi la prossima volta che mi capita di discutere con un Colonnello Cathcart gliene regalo una copia...
Anche se difficilmente, conoscendo il tipo, si sentirà chiamato in causa.  

P.S.
Guarda caso, il libro è ispirato a vicende vissute dall'autore in prima persona.

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