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venerdì 6 settembre 2013

Siamo al cospetto di un capolavoro...


JONAS FINK
di Vittorio Giardino

 
Per me questa graphic novel rappresenta il Giardino migliore: il più poetico, il più intimo, il più impegnato socialmente e politicamente, privo di paternalismo o retorica, ricco invece di umanità e sentimento, eppure asciutto, essenziale, efficace… E ciò nonostante meticoloso, accurato, nei testi e nei disegni, poiché qui nulla è superfluo, benché dettagliato, e tutto è perfetto. In ogni immagine, in ogni dialogo sono sottesi significati, allusioni, implicazioni che consentono una lettura a più livelli e che coinvolgono il lettore senza la necessità di esplicitare o di mostrare a tutti i costi.

Siamo nella Praga stalinista del 1950 quando il papà di Jonas, il nostro protagonista, viene arrestato in qualità di “nemico del popolo”, reo di essere un dottore. Jonas e sua madre, quindi, ex borghesi benestanti, devono velocemente apprendere l’arte della sopravvivenza e imparare a lottare contro la diffidenza e la discriminazione.

Questo, sommariamente, è quel che avviene nel primo volume “L’infanzia”, mentre nel secondo “L’adolescenza” (da millenni aspetto con ansia il terzo e ultimo volume, e finalmente pare sia di imminente pubblicazione) la vicenda si fa più complessa, più avvincente, aumenta di spessore, si accresce il numero dei personaggi e Jonas scopre l’amore, naturalmente difficile e contrastato.

La verità è che siamo al cospetto di un capolavoro.

Il tratto di Giardino è il solito: raffinato, elegante, pulito, degno della tradizione del fumetto d’autore alla francese. La storia è intima, tetra (anche se “la notte più scura eterna non è” – cito a memoria, potrebbero esserci inesattezze), realistica, ma non melensa, i riferimenti storici sono importanti, ma non invadenti: sono occasione, pretesto, benché non si trascuri la denuncia sociale. La narrazione è superba, mentre i personaggi, compresi quelli che occupano appena poche vignette, sono sempre connotati da una forte identità umana, seppur magari sottintesa.

Un romanzo di formazione tra i più splendidi che abbia mai letto, profondo, toccante e incisivo.

Sperando solo che arrivi presto il tanto sospirato volume conclusivo, che attendo ormai dai tempi dell’Università… Perché, al momento, per quanto mi riguarda, l’unico difetto di “Jonas Fink” è che… non è finito!

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